giovedì 20 marzo 2014

La crisi irreversibile degli USA



miércoles, 19 de marzo de 2014

 

La crisi irreversibile degli Stati Uniti

 
Resi noti i dati del debito estero degli USA di gennaio: Russia e Cina vendono.
Inventano che il piccolo Belgio da solo finanzia il gigante USA! 

Attilio Folliero
Gli Stati Uniti stanno vivendo una profonda crisi economica ed il debito pubblico continua a crescere; il 17 marzo (ultimo dato disponibile) il debito pubblico statunitense è arrivato a 17.546,81 mld. di $., ennesimo massimo storico.

Il 17 marzo sono stati pubblicati anche i dati del debito estero, aggiornati al 31 gennaio 2014.
Mentre i dati del debito pubblico totale sono pubblicati giornalmente (aggiornati al giorno precedente), i dati del debito estero sono pubblicati mensilmente, a metà di ogni mese e sono relativi a due mesi anteriori; quindi a metà marzo si publicano i dati del debito estero relatvi a gennaio, a metà aprile quelli relativi a febbraio e così di seguito.

Il debito estero degli Stati Uniti alla fine di gennaio era 5.832,70 miliardi di dollari, ossia il 33,73% di tutto il debito pubblico statunitense, che al 31 gennaio 2014 era pari a 17.293,02. Come si evince dalle cifre, tra il 31 gennaio ed il 17 marzo il debito pubblico USA è cresciuto di oltre 253 miliardi.

Un terzo del debito pubblico USA è quindi detenuto all’estero. Chi sono i detentori del debito estero? Il principale detentore del debito estero è la Cina che possiede titoli di stato USA pari a 1.273,50 miliardi di dollari, ossia il 21,83% di tutto il debito estero, pari al 7,36% di tutto il debito pubblico statunitense.
Al secondo posto tra i detentori del debito estero USA c’è il Giappone con 1.201,40 miliardi.

Anche la Russia ha una importante quota del debito estero USA: 131,80 miliardi di dollari. Con la crisi in Ucraina in atto e le annunciate sanzioni da parte di USA e Unione Europea, la Russia potrebbe decidere di vendere tutti i titoli di stato USA, anzi è probabile che lo faccia o lo stia facendo visto che negli ultimi mesi ha già ridotto la quantità di titoli USA in suo possesso: ad ottobre del 2013 deteneva titoli per 149,90 miliardi; ad ottobre del 2012 la cifra era ancora più alta, ben 171,10 miliardi.

Non solo il governo russo, ma anche i cittadini russi stanno smettendo di investire in USA; è di ieri la notizia, riportata da Bloomberg, che l’uomo più ricco di Russia, Alisher Usmánov, ha venduto le sue azioni di Facebook ed Apple per investire in Cina, comprando azioni di Alibaba, la più importante compagnia di Internet dopo Google, valutata circa 200 miliardi di dollari.

Analizzando i dati del debito estero USA, si nota chiaramente che anche la Cina sta vendendo: a novembre aveva titoli USA pari a 1.316,70 miliardi di dollari, quindi ha venduto titoli per oltre 43 miliardi.

La Cina avendo questa gran massa di titoli USA non può vendere grandi quantità, perchè la mancanza di acquirenti farebbe crollare il loro valore ed alla fine a rimetterci sarebbero proprio i principali creditori, a paritire dai cinesi. Probabilmente i cinesi venderanno i loro titoli poco per volta.

Anche altri paesi stanno vendendo, per vari motivi, i titoli USA posseduti, anzi sono in aumento i paesi che vendono: tre mesi fa erano 13 i paesi che vendevano titoli USA rispetto al mese precedente; nell’ultimo mese disponibile (gennaio) sono stati 18 i paesi che diminuito il possesso di titoli USA rispetto al mese anteriore, quindi hanno venduto.
Oltre a Cina e Russia, stanno riducendo il possesso di titoli USA anche Norvegia, Olanda, Tailandia, Germania, Brasile, Taiwan, Irlanda, Peru, Singapore ed altri.
Se i principali detentori del debito USA continuassero a vendere i titoli USA in loro possesso ciò determinerebbe un crollo del valore di questi titoli. Non solo, gli USA nell’impossibilità di finanziare il loro debito, sarebbero costretti sempre più a ricorrere alla stampa di dollari (il famoso Quantitative easing).
Elevare ancora di più il numero di dollari stampati significa accellerare il tracollo della moneta USA, che sarebbe sempre più sostituita da altre monete negli scampi commerciali.

Gli Stati Uniti continuano a mentire sia sul presunto recupero dell’economia, che sull’acquisto di titoli del debito pubblico da parte di altri stati. Che gli USA non sono mai usciti dalla recessione lo dimostra il fatto che solo il 47% dei cittadini ha un lavoro a tempo pieno, il 40% guadagna meno di 20.000 dollari all’anno e ben 47 milioni di cittadini sopravvivono grazie alle sovvenzioni alimentari del governo.
Secondo noi mentono anche sul fatto che ci siano paesi disponibili ad acquistare titoli del debito pubblico statunitense.

Infatti, secondo l’ultimo rapporto sul debito estero, pubblicato dal Tesoro USA, rispetto a due mesi prima, hanno comprato titoli del debito USA paesi come Hong Kong (+18,60 miliardi), Giappone (+15,00),  i paesi esportatori di petrolio (+10,20), Corea del sud (+9,20), Messico (+7,70) ed altri con un minore investimento. In realtà il totale di tutti i titoli acquistati da questi paesi non avrebbe compensato minimamente i titoli venduti e le nuove necessità, se non fosse intervenuto l’acquisto massivo del governo belga; infatti il Belgio negli ultimi due mesi, secondo i dati pubblicati dal Tesoro, avrebbe acquistato titoli per 109,70 miliardi; addirittura rispetto a dicembre 2012 avrebbe accresciuto il possesso di titoli USA di ben 171,50 miliardi.
In definitiva, oggi il Belgio sarebbe il terzo detentore di titoli del debito USA dopo Cina e Giappone. Il piccolo Belgio, dunque starebbe finanziato il gigante USA.
Usiamo il condizionale, perchè noi riteniamo che questa sia una balla, una invenzione, una manipolazione evidente dei dati: come potrebbe il Belgio acquistare in due mesi titoli USA per quasi 110 miliardi di dollari, quando il suo PIL annuale nel 2012 (ultimo dato annuale conosciuto) è stato di 483 miliardi, tra l’altro in diminuzione rispetto ai 514 miliardi del 2011? Come potrebbe un piccolo paese come il Belgio passare agli USA oltre 100 miliardi di dollari in due mesi?

Visto come stanno le cose, tra due mesi, quando saranno resi noti i dati al mese di marzo, possiamo scommettere che il Belgio arriverà a 400 miliradi di dollari in titoli USA.

Dietro le cifre attribuite al Belgio c’è forse un paese che non vuole o non può apparire come finanziatore degli USA? Oppure, dietro tali cifre si nasconde la stampa di dollari? 
Non è poi tanto folle ipotizzare ciò, visto che gli USA stanno stampando soldi, ufficialmente ottanta miliardi al mese (Quantitative easing). Ricordiamo che l’operazione di alleggerimento quantitativo o facilitazione quantitativa (in inglese Quantitative easing) è una pratica mediante la quale una banca centrale può creare moneta.
La banca centrale crea dal nulla nuova moneta, ossia stampa moneta per acquistare attività finanziarie dalle banche del sistema (azioni o titoli, anche tossici), con effetti positivi sulla struttura di bilancio di queste ultime. L'intervento della Banca centrale può essere diretto anche all'acquisto di titoli di stato, come nel caso degli USA, con l'obiettivo di ridurre i costi di indebitamento dello stato.
Ovviamente questo tipo di politica monetaria ha possibili effetti collaterali, come la iperinflazione. A caso gli USA, attribuendo l’acquisto di titoli di stato al piccolo Belgio, stanno nascondendo una ulteriore stampa di denaro, oltre quella annunciata?

Se così fosse, staremmo assistendo al tracollo degli USA. Il debito pubblico continua ad aumentare ed allo stesso tempo vengono meno i finanziatori per cui si ricorre ad ulteriore stampa di dollari.
Ovviamente se cosi fosse veramente non riuscirebbero a nasconderlo per molto tempo; se adesso ci potrebbe ancora essere qualche bamboccione che crede o fa finta di credere che un paese come il Beligo possa acquistare titoli per 100 miliardi in pochi giorni, fra qualche tempo dovranno inventare un altro paese “amico”, ma non potranno certo andare avanti all’infinito.
 

Come è evidente, Russia, Cina ed altri paesi stanno smettendo di finanziare il debito pubblico USA ed al tempo stesso stanno utilizando monete alternative al dollaro per il commercio internazianale; ciò semplicemente significa che si avvicina il momento del tracollo del dollaro e degli USA. Con il tracollo degli USA sarà trascinata nel baratro anche l’Europa occidentale.

In ogni caso è evidente che l’economia USA stia cominciando a vacillare proprio a causa del disprezzo verso il dollaro di Russia  e Cina.

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