giovedì 27 marzo 2014

RISPARMIARE DENARO COL TTIP, MA IL LORO !!



Ancora sul TTIP, l'accordo USA-UE

Si è concluso a Brussels il quarto round (leggasi 'incontro') fra il governo USA e la rappresentanza dell'Unione Europea in merito all'accordo di Partenariato Transaltantico con gli Stati Uniti.
Vediamo d'approfondire ancora questo argomento.
Nel 1977 negli USA nacque un'istituzione chiamata Cato, un think tank dedicato ai principi delle libertà individuali, del governo limitato, del libero mercato e della pace. Fra i finanziatori ufficiali si trovano realtà come Ebay, Facebook, Google, ma anche la Bank of America e le fondazioni di George Soros (che potete definire in molti modi, più o meno eleganti...).
Cosa c'entra questa Cato, il cui nome deriva dalle Cato' s Letters, una serie di saggi pubblicati in Inghilterra nel Settecento e che presentavano una visione della società ultra-liberista, con il TTIP? La risposta è nel sito ufficiale del Cato Institute, con una vera e propria roadmap, il percorso da seguire per giungere alla sigla dell'accordo TTIP.
Si comincia con: “ Le parti interessate dovranno responsabilizzare i politici e i negoziatori per il raggiungimento dei loro scopi e il rispetto della programmazione temporale.” Si prosegue nella presentazione ufficiale, con il Cato Institute che parla di una maggiore integrazione economica: “L'idea di un accordo transatlantico sul commercio è nell'aria da molti anni e risale addirittura al periodo del Piano Marshall.”


Alla domanda che banalmente chiunque si può porre, ovvero “Perchè ora il TTIP?”, la programmazione per l'accordo indicata dal Cato Institute risponde che: “ In Europa, è visto come una sorta di ultima spiaggia. Frustrati dal fallimento della politica monetaria e legati dall'imperativo fiscale dell'austerity, i policymakers (quelli che fanno le politiche) stavano cercando qualcosa – qualunque cosa – che potesse ridare tonicità all'economia.”
Fra le ragioni illustrate per giungere all'accordo del TTIP sono elencate le seguenti: “Il mondo (ma chi è questo signor Mondo?) ha bisogno che gli Stati Uniti e l'Unione Europea riaffermino la leadership economica mondiale in un momento in cui nessun altro paese o gruppo di paesi è disposto o in grado di farlo.” In sostanza...non vorremmo farlo, ma ci tocca farlo.
“C'è una gara per stabilire gli standard di produzione globale e il TTIP, che rappresenta la metà degli scambi (aggiungo io, commerciali e di investimenti) del mondo, offre l'opportunità di stabilire questi standard qui e ora” (appunto con il TTIP) .
“Stabilendo le discipline sulle questioni in cui altri accordi commerciali sono silenti - questioni come la manipolazione valutaria, le operazioni delle imprese di proprietà statale, le regole di contenuto locale, e altri - gli Stati Uniti e l'Unione Europea possono stabilire regole alle quali la Cina e altri dovrebbero sottostare.” Cioè la squadra più forte fa le regole del gioco e anche l'arbitro.
Facciamo un passo oltre. Il Consiglio Atlantico è un think tank americano con sede a Washington D.C. il cui scopo è "Promuovere la leadership americana e promuovere accordi internazionali basati sul ruolo centrale della comunità atlantica nell'affrontare le sfide del XXI secolo”.
Questo Consiglio Atlantico insieme alla Fondazione tedesca Bertelsmann ha pubblicato nell'aprile del 2013 un ottimo lavoro basato sull'opinione di esperti di commercio negli USA e in UE ai quali è stato chiesto di identificare gli argomenti da inserire nel TTIP e di classificarli per ordine di importanza per ottenere il successo dell'accordo.


Nello schema si trova che il punto meno rilevante sono le norme sul lavoro, mentre di fondamentale importanza sono la convergenza del processo normativo (e di autorizzazione per i diversi settori commerciali) , con particolare riguardo agli alimenti, oltre all'abbattimento delle tariffe.
La roadmap dell'istituto Cato suggerisce anche come disinnescare gli oppositori nel paragrafo intitolato: “Personalizzazione della Matrix per i negoziati TTIP”.
Si legge: “ Gli oppositori cercheranno di mettere in cattiva luce il TTIP. Alcuni si esprimeranno sull'armonizzazione delle norme indicandola come uno sforzo da parte dell'industria per ingrossare i propri profitti a scapito della salute e della sicurezza pubblica.
Le Agenzie di regolamentazione incoraggeranno queste campagne pubblicitarie, poiché il loro potere di fare o disfare sarebbe ridotto da una riforma intelligente.
I supporter (del TTIP) dovranno allora dimostrare come regolamenti superflui non rendano il pubblico più sicuro, ma invece aggiungano costi inutili alla produzione.
Costi che si ripercuotono sui consumatori e diminuiscono le risorse disponibili per investire in attività economiche e in creazione di posti di lavoro.”.
Capito? Ora sappiamo cosa ci racconteranno per disinnescarci.
E ora sarebbe anche il caso di evitare di abboccare alle loro sirene!

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