mercoledì 16 aprile 2014

IL FESSO OBAMA NON SA CHE IL SUO GAS STA FINENDO




Nel suo tour europeo Obama ha millantato di essere pronto a sostituire le forniture di gas russo con gas americano. E' incredibile come nessuno gli abbia riso in faccia e vi spieghiamo perchè...
 
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di Gianni Fraschetti

Le recenti dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Obama e del segretario di Stato John Kerry riguardo la capacità degli USA di sostituitre la Russia nella fornitura di gas all'Europa sono una bufala e suggeriscono che Washington è così al di fuori da qualsiasi realtà fattuale, che semplicemente ignora ciò che dice.
Obama sembra infatti non conoscere il fatto che il problema d’inviare il gas di scisto dagli Stati Uniti all’UE non riguarda l’alleggerimento delle procedure di autorizzazione del GNL negli USA e nell’UE tramite il Trattato Transatlantico.
In altre recenti dichiarazioni, riferendosi al recente boom del gas di scisto non convenzionale negli Stati Uniti, Obama e Kerry hanno affermato che gli Stati Uniti potrebbero sostituire tutto il gas russo per l’UE. Una clamorosa bugia irrealistica e irrealizzabile. Alla riunione di Bruxelles, Obama ha detto ai capi europei che dovrebbero importare gas di scisto dagli Stati Uniti sostituendo quello russo. Ma qui c’è un problema enorme. Come?
La “favoletta dello shale gas” negli Stati Uniti è fallita e  l'aumento della produzione di gas naturale degli Stati Uniti con il “fracking” o l’estrazione del gas dalle formazioni di roccia di scisto è stato abbandonato dalle maggiori compagnie energetiche come Shell e BP, essendo totalmente antieconomicoShell ha appena annunciato una forte riduzione della sua esposizione nello sviluppo del gas di scisto negli Stati Uniti.
Shell vende i suoi contratti di locazione su circa 700.000 ettari di terre di gas di scisto, nelle principali aree di gas di scisto di Texas, Pennsylvania, Colorado e Kansas, e dice che può sbarazzarsene di altri per fermare le perdite dovute al gas di scisto.
Il CEO di Shell, Ben van Beurden, ha dichiarato: La gestione finanziaria non è francamente accettabile… alcune delle nostre puntate esplorative non hanno semplicemente prodotto nulla. Una sintesi utile della fine dell’illusione sul gas di scisto viene da una recente analisi dei risultati di diversi anni di estrazione negli Stati Uniti da parte dell’analista David Hughes, che osserva, “la produzione di gas di scisto è cresciuta in modo esplosivo arrivando a quasi il 40 per cento della produzione di gas naturale degli Stati Uniti. 
Tuttavia, la produzione è stagnante dal dicembre 2011; l’ottanta per cento della produzione di gas di scisto proviene da cinque campi, molti dei quali in declino. I tassi molto elevati del declino dei pozzi di gas di scisto richiedono input continui di capitale stimati in 42 miliardi dollari all’anno per perforare più di 7000 pozzi, solo per mantenere la produzione. In confronto, il valore del gas di scisto prodotto nel 2012 è stato di appena 32,5 miliardi di dollari“.
Dunque, in prospettiva non c'è gas nemmeno per i fabbisogni americani, quindi Obama è stato ingannato dai suoi consiglieri sul vero stato delle forniture di gas di scisto negli Stati Uniti, o mente volontariamente.
Da come si è sbilanciato la prima ipotesi appare più probabile.
Il secondo problema è che dando pure per buona la disponibilità di prodotto, bisognerebbe poi trasportarlo. Il che richiederebbe enormi e costose infrastrutture (nuovi terminali per il gas naturale liquefatto), in grado di gestire le enormi supernavicisterne refrigerate di GNL per trasportare il prodotto ridotto allo stato liquido (GNL=Gas Naturale Liquefatto)  negli altrettanto enormi terminali di arrivo nei porti dell’UE., dove si dovrebbe provvedere alla rigassificazione e immissione in rete. E quanto costerebbe poi all'utente finale? 
Ma il problema dell'equilibrio finanziario di questa idiozia non si pone nemmeno poichè le leggi statunitensi sull’esportazione di beni energetici e l’approvvigionamento nazionale hanno impedito la costruzione  di terminali di liquefazione del Gas Naturale operativi negli Stati Uniti. L’unico attualmente in costruzione è il terminale ricevente Sabine Pass GNL, a Cameron Parish in Louisiana, di proprietà della Cheniere Energy, dove John Deutch, ex-capo della CIA, siede nel CdA.
Ma serve solo a ricevere gas, non a spedirlo. Il secondo problema è che se anche vi fosse il prodotto e un’enorme capacità nei porti da poter sostituire le forniture russe di gas all’UE, ciò aumenterebbe i prezzi sul mercato interno del gas naturale superiore, riducendo il mini-boom alimentato dal  gas di scisto nelle condizioni sopra descritte. Il costo finale per i consumatori europei del GNL degli Stati Uniti sarebbe assolutamente proibitivo
L’UE oggi riceve circa il 30% del suo gas, la fonte energetica in più rapida crescita, dalla Russia. Nel 2007 la russaGazprom ne ha fornito il 14 per cento alla Francia, il 27 per cento all’Italia, il 36 per cento alla Germania. Finlandia e Stati baltici ricevono il 100 per cento di gas importato dalla Russia. L’Unione europea non ha alcuna alternativa realistica al gas russo.
La Germania, la maggiore economia, ha stupidamente deciso di eliminare gradualmente l’energia nucleare e la sua “energia alternativa” eolica e solare è un disastro economico e politico dai costi dell’elettricità per i consumatori che esplodono, anche se quelle alternative sono una parte minuscola del mercato totale. In breve, l’idea chimerica di chiudere il gas russo e aprire invece il gas degli Stati Uniti, è totalmente priva di senso economico, energetico e politico. 
E Obama gira il mondo vendendo frottole di questo tipo? E gli addestti ai lavori europei fanno pure finta che sia la verità?

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