venerdì 11 aprile 2014

La rete delle basi militari USA



La rete delle basi militari USA in Italia e in Europa

 

 



Mentre in Europa gli USA hanno ridotto dell’80% le loro truppe fra il 1989 ed oggi, quelle presenti in Italia sono aumentate.
La Penisola, dove stazionano 13.000 militari americani (il 15% delle truppe americane in Europa) con 16.000 familiari, è stata progressivamente trasformata in « base di lancio » per operazioni militari in Mediterraneo ed in Medio Oriente. Secondo la rivista americana « Mother Jones », in Italia il Pentagono ha speso, dalla fine della Guerra Fredda, oltre 2 miliardi di dollari per ammodernare – per citarne solo alcune – le basi di Napoli, Aviano (in Friuli), Sigonella (in Sicilia), Livorno (l’enorme arsenale di Camp Darby) e Vicenza (Caserma Ederle).
Somma che si limita alle spese stanziate ufficialmente nel bilancio della Difesa Usa e che non include quelle impiegate in investimenti segreti. In Italia sono in funzione 59 installazioni militari ‘americane’.
Inferiori solo alle 179 della Germania (in rapido declino), alle 103 del Giappone (in linea con la nuova dottrina della ‘progressione’ militare nel Pacifico), alle 100 dell’Afghanistan (che si ridurrano quasi a zero entro la fine del 2014 quando i G.I. si ritireranno dal Paese) e alle 89 della Corea del Sud, dove le truppe Usa sono schierate lungo il 38mo Parallelo per « tenere testa » alla Corea del Nord.
In Italia, dove ci sono Aviano Air Base (USAF), Vicenza (US Army), Livorno (Camp Darby), Capodichino (USAF + USN), Gricignano (USN), Napoli (USN), Gaeta (USN), Sigonella (USN), Verona, San Vito dei Normanni (Air Station), a partire dal 1992 sono stati spesi 610 milioni di dollari (metà sul conto della Nato) nella base dell’aeronautica di Aviano, dove hanno sede diverse squadriglie di caccia-bombardieri F-16, cui si sono aggiunti altri 115 milioni nel solo 2004.
A partire dal 1996, la Us Navy ha speso 300 milioni per una base all’aeroporto di Capodichino a Napoli, sede del comando, tra l’altro, della VI Flotta che opera nel Mediterraneo. Nelle vicinanze ha affittato per 30 anni una base logistica per 400 milioni di dollari.
 Passando alla Sicilia, “Mother Jones” definisce la base di Sigonella “il cuore della lotta al terrore e delle operazioni militari Usa in Africa ». Dal 2001 per la ‘Sigonella Naval Air Station’ sono stati spesi quasi 300 milioni. Dal 2002 è stata usata per lanciare i droni a lungo raggio Global Hawk e dal 2008 “è stato firmato un accordo segreto” tra Roma e Washington per trasformarla nella base dei droni Usa.
Dal 2003, sempre a Sigonella, sono schierati aerei da spionaggio elettronico P-3 per “monitorare i gruppi di insorti in Africa settentrionale ed occidentale“. Dal 2011 l’Africom (comando Usa pr l’Africa) “ha schierato una task force di circa 180 marines e due aerei da trasporto per addestrare alle operazioni anti-terrorismo personale in Botswana, Libia, Gibuti, Burundi, Uganda, Tanzania, Kenya, Tunisia e Senegal“.
Sempre a Sigonella sono state spostate altre truppe e diversi aerei da trasporto CV-22 Osprey (convertiplani, che decollano come elicotteri ma le cui due eliche effettuano una transizione da verticale ad orizzontale per spingere il velivolo come un aereo normale) per eventuali interventi in Libia (dopo l’attacco dell’11 settembre 2012 al consolato Usa di Bengasi in cui venne ucciso l’ambasciatore Chris Stevens).
Infine, la base di comunicazione Muos in corso di costruzione a Niscemi, un’installazione temuta dalla popolazione ma che l’Istituto Superiore di Sanità ha stabilito non essere pericolosa per la salute di quanti vivono nelle vicinanze.
E in Europa ?
In Albania è’ in progetto una base a Shkodra.
In Bulgaria, in base ad un trattato di collaborazione difensiva, viene consentito dal 2006 alle truppe USA l’uso, senza speciale permesso delle autorità bulgare, del porto di Burgas ( base navale), della base aerea di Sarafovo (presso Burgas), del centro logistico di Ajtos, del centro addestramento truppe di Nowo Selo (presso Sliwen), dell’aeroporto di Bezmer (presso Jambol) e di quello di Graf Ignatiewo (presso Plowdiw).
In Germania, ci basi americane ad Ansbach, Bamberg, Baumholder, Bitburg (Airbase chiusa nel 1994, housing ancora attiva), a Böblingen (quartier generale delle U.S. State Marine Corps Forces Europe), Bruchmühlbach-Miesau (Army Depot) Büdingen, Darmstadt, Dexheim, Giessen-Friedberg, Grafenwöhr (centro addestramento truppe), Germersheim (deposito centrale), Hohenfels (Multinational Readiness Center), Hanau, Heidelberg, Illesheim, Kaiserslautern, Landstuhl (Regional Medical Center), Ramstein (base aerea), Schweinfurt, Spangdahlem (Air Base), Stuttgart [U.S. States European Command – U.S. Africa Command (provvisorio)], Vilseck, Wiesbaden (Army Airfield).
In Grecia c’è la base di Souda (USN), in Kosovo Camp Bondsteel (presso Ferizaj), in Polonia sono in progetto basi a Malbork, Biala Podlaska e Powidz, in Romania gli USA hanno stipulato nel 2005 un contratto, rinnovabile automaticamente, per l’uso di quattro basi (Babadag, Smardan, Cincu e l’aeroporto internazionale Mihail Kogalniceanu) per dieci anni.
 In Serbia c’è la base di Camp Monteith (ceduta nel luglio 2007 al Corpo di protezione del Kosovo), in Spagna le basi di Rota (presso Cadice), di Moron de la Frontera e di Torreta de Guardamar, in Ungheria la base di Taszàr.

Giustiniano Rossi

Parigi, 31 dicembre 2013


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