martedì 1 aprile 2014

MANUALE DI SOPRAVVIVENZA PER TUTTI - 1

Cofautore del MANIFESTO "Ai 2 laghi"


Claudio Zanasi


MANUALE DI SOPRAVVIVENZA PER TUTTI COLORO CHE HANNO BISOGNO DI DENARO, MA NON LO TROVANO

1



Lo scopo degli “esperti” è quello di confondere e di annoiare il lettore che si avvicina all’€conomia, per costringerlo a disinteressarsene



INCOMINCIAMO DALLA FINE


Questo opuscolo è dedicato ai lavoratori, sia operai che impiegati, ai piccoli commercianti, agli imprenditori, ai disoccupati, agli esodati, ai pensionati e a tutte le persone che, per una ragione o per l’altra, soffrono a causa della cronica mancanza di denaro.

A tutti voi dico: abbiate pazienza e leggete fino in fondo queste poche righe e capirete almeno il perché la vostra condizione è arrivata al punto in cui siete.

Capire è il primo passo per agire. E agire consente di ottenere ciò che è giusto ottenere!

Prima di tutto un’ esortazione importantissima:

dovete cancellare dalla mente tutte le conoscenze che avete acquisito fino ad ora di economia monetaria e dei rapporti che legano fra loro le Istituzioni che gestiscono il denaro.

Purtroppo, quello che vi hanno detto fino a qui la classe politica, i sindacati, la TV, i banchieri, i giornalisti, gli economisti e altre figure istituzionali è tutto o quasi completamente falso.
Vi sono schiere di studiosi che possono smentire una ad una le loro teorie.

Riguardo ai politici già molti di voi lo hanno capito.
Ma vi assicuro che per le altre categorie che ho appena citato, il discorso è esattamente lo stesso.

La ragione per cui queste persone mentono, è presto detta: alcune realmente non conoscono il meccanismo di emissione e di circolazione del denaro, ma altre mentono semplicemente per convenienza, poiché sono completamente coinvolte in questo meccanismo, e lautamente remunerate per tacere o per distorcere la verità a vostro danno, e a vantaggio dei loro padroni.

Ed ora a voi la scelta: se vi interessa capire perché la vostra busta paga si fa sempre più magra e fatica a farvi arrivare a fine mese, se vi interessa capire perché la vostra pensione non aumenta, o perché siete stati licenziati, o perché la vostra ditta è fallita o perché non avete mai un soldo, ebbene continuate a leggere.

Se tutto quanto sopra non vi interessa, allora gettate questo opuscolo e continuate a sperare inutilmente che qualcun altro ponga rimedio a questo stato di cose.


VOGLIO CAPIRE
(Continua a leggere)
FACCIAMO UN’IPOTESI


Ammettiamo subito che se qualcuno ci condonasse d’un colpo tutti i debiti che abbiamo e ci regalasse mille o duemila euro al mese per sempre, non avremmo più il problema della “crisi”, dello “spread”, del “debito pubblico”, della “crescita”, e di tutte le altre frottole che ci hanno raccontato fino ad ora.

Molto egoisticamente, ma anche molto umanamente, guarderemmo al nostro orticello e non ci interesserebbe più di tanto quello che succede al nostro vicino e, forse, al nostro Paese.
Ma purtroppo, non ci sarà mai nessuno così generoso con noi. A meno che…..

A meno che non si cambiasse completamente il sistema con cui le banconote vengono prodotte, emesse, distribuite e infine ritirate dalla circolazione.

Vediamo di fare un esempio per capirci meglio: pensiamo ad un frutteto con pochissimi alberi da frutto, meli, diciamo. Ed una famiglia di contadini che vorrebbe mangiare molte più mele di quelle che il frutteto produce. Cosa dovrebbe fare il fattore per accontentare la propria famiglia?
Semplicissimo direte voi: piantare qualche albero di mele in più.
Ed è la risposta giusta. La più ovvia e scontata che si possa dare.

Ma se il padre di famiglia, invece di piantare due o tre alberi di mele, andasse tutti i giorni al mercato a comprarne solo una piccolissima quantità che il commerciante gli vende a costi esagerati  adducendo la scusa che ci sono poche mele sul mercato, considerereste furbo quel padre di famiglia? Considerereste furbo quel contadino che, pur potendosi procurare quasi gratis tutte le mele di cui necessita, le va a comprare al mercato ad un prezzo esorbitante, costringendo così la propria famiglia a rimanere costantemente a corto di mele?

Evidentemente no! Quel contadino non sarebbe furbo per nulla, e continuerebbe a fare la fortuna del bugiardo commerciante a spese proprie e della propria famiglia.

Ebbene, che ci crediate o no, vi assicuro che lo Stato Italiano si comporta stupidamente come quel contadino.

Lo Stato potrebbe benissimo stampare in prima persona lo stesso quantitativo di banconote che sono in circolazione adesso e che in questo caso si chiamerebbero “biglietti di Stato a corso legale”, anzi un po’ di più, per soddisfare il bisogno di soldi di ognuno di noi.
Consentirebbe così alla vostra azienda di non chiudere e, di conseguenza, di non licenziare gli operai, di non diminuire le pensioni, e di fare un sacco di altre cose per cui occorrono le “mele”, cioè i soldi!
Perché non lo fa?  

È UNA STORIA UN PO’ LUNGA


A questo punto dovrei farvi leggere una ventina di pagine importantissime sul quando, come e perché siamo arrivati alla condizione di dovere andare a comprare le mele dal bugiardo fruttivendolo, ovvero perché lo Stato non fabbrica le “mele” cioè i soldi direttamente e direttamente ce li fa arrivare mediante il circuito economico-finanziario, ma li fa fabbricare ad un altro. Ad un Ente privato, che glieli fa pagare una quantità di soldi esorbitante.
Ma ho già detto in premessa che il mio opuscolo non è indirizzato ad esperti, ad economisti, a banchieri o a finanzieri, bensì alle persone che hanno bisogno di soldi e non riescono a trovarli.
Quindi prendete per assodata la frase che “i soldi ci costano soldi”.  

Già! lo sapevate che “i soldi ci costano soldi”?

A prima vista, questa affermazione sembra giusta e logica.

MA NON È COSÌ!

Infatti, se ci riflettete un attimo, mentre rileggete la frase “I soldi costano soldi”, non vi pare che ci sia qualcosa che non torna? Come fanno i soldi a costare altri soldi? Chi fabbrica i soldi? E perché mai ce li dovrebbe vendere per altri soldi? Che se ne fa? Potremmo passare la vita intera a scambiarci soldi, rimanendo esattamente al punto di partenza: tu mi vendi i tuoi soldi, e io te li pago con altri soldi.

CHE SENSO HA ?

Evidentemente i soldi non servono, né debbono servire per comprare altri soldi, ma servono per scambiare beni e servizi, pagare il mio lavoro, comprare le tue mele, la sua casa, il loro podere, ecc.

Quindi la frase “i soldi costano soldi” è falsa. Dovremmo piuttosto dire: “Il mio lavoro, le tue mele, la sua casa, il loro podere, valgono soldi”.

Questa frase, molto più logica e sensata della prima, è in realtà quella vera.
E da questa verità discende il fatto che, a dar valore ai soldi, non sono i soldi, ma il mio lavoro, le tue mele, ecc. ecc.

Una volta i soldi costavano soldi, perché chi te li prestava, deteneva una riserva aurea di garanzia.
Quando tu volevi cambiare i soldi in oro, presentavi le banconote di carta, e il banchiere ti restituiva il tuo oro, con il quale potevi autonomamente comprare quello che ti pareva.
Ma già ormai dal 1971 nessuna moneta può essere scambiata con oro, a meno che tu vada da un gioielliere e lo paghi il doppio di quello che viene valutato sul mercato.

Le banconote al giorno d’oggi vengono stampate per pochi centesimi l’una; per l’euro dalla BCE (che paga solo il costo della carta, dell’inchiostro, della mano d’opera e del trasporto), ed emesse dalla stessa BCE che le presta successivamente alle varie Banche Centrali Nazionali, però al prezzo del facciale (quel numeretto stampato sopra) che è immensamente più elevato del puro costo di stampa. Per i biglietti da 500 euro ad esempio, c’è un rapporto di tre centesimi di costo, contro 500 euro di facciale.



UN BEL GUADAGNO!


La BCE scrive sulle banconote che fa stampare, il valore del facciale, firmate dal suo Presidente, attualmente (2013) Mario Draghi, e imprime su di esse la scritta BCE. Per significare che sono state emesse da lei. Tutto ciò in osservanza dell’articolo 105/A del trattato di Maastricht.

Ma se si modificasse quell’articolo a favore degli Stati, o se avessimo dei governanti capaci e coraggiosi, potrebbero benissimo essere gli stessi Stati ad emettere i biglietti, euro o lire, a secondo del fabbisogno reale e a costo nullo, risparmiando un sacco di soldi, come il contadino con le mele.

Avete capito, quindi, cosa intendo affermare?
Io affermo, che se lo Stato stampasse “biglietti di Stato a corso legale” in proprio, e non li prendesse quindi in prestito dalla BCE, gli stipendi e le pensioni sarebbero sicuri e più sostanziosi, le aziende non fallirebbero per mancanza di credito, la scuola, gli ospedali, le ferrovie e tutto ciò che rappresenta lo stato sociale, non avrebbe più da lamentare una cronica carenza di denaro, poiché non è il denaro che dà valore al denaro, bensì i cittadini che lo accettano come mezzo di pagamento.

E finché ci saranno persone che lavorano, aziende che producono ricchezza e che possono pagare i propri lavoratori che a loro volta, grazie al loro stipendio, saranno acquirenti dei beni prodotti, non potrà esserci mancanza di denaro, poiché questo verrà stampato ad un costo risibile dallo Stato che lo emetterà in funzione dei bisogni, senza creare debito “pubblico”.

Ciò non è reso possibile, proprio perché la BCE, come il bugiardo fruttivendolo, dice che c’è poco denaro, e che “costa” molto, per cui ce lo lesina, per giunta gravato di interessi.

NIENTE DI PIÙ FALSO!

L’altra bugia che vi dicono politici, giornalisti, economisti,ecc., è la seguente: se fosse lo Stato a stampare le banconote, ci sarebbe un’ inflazione enorme.
Di enorme c’è solo la falsità di questa affermazione, che non chiarisce due fatti molto importanti:
1) L’inflazione può crescere solo se aumento smisuratamente la quantità di denaro in circolazione.
2) Posso immettere tutto il denaro che voglio senza creare inflazione,fino a che ci saranno persone da assumere (cioè disoccupati) poiché il nuovo denaro che emetto servirà per pagare nuovi stipendi dei nuovi assunti, che produrranno nuova ricchezza, e per comprare quella prodotta dai nuovi e vecchi assunti.

Qualche breve nota tecnica, per non creare confusione:
emettere riguarda la titolarità, la proprietà dell’Ente che stampa le banconote, o biglietti a corso legale, mentre immettere, significa riversare nel mercato un determinato quantitativo di denaro.
Stampare invece è l’atto puro e semplice di creare biglietti o banconote con carta e inchiostro, né più né meno di quello che fa il tipografo con i vostri biglietti da visita. Mentre la titolarità è vostra.

Quindi, pretendere che lo Stato stampi i biglietti a corso legale non è un’utopia, ma una legittima aspirazione dei popoli che rivendichino il controllo della propria economia.
Anche perché l’ha già fatto in passato in piccola parte, e in misura irrisoria lo fa tutt’ora.


LO STATO EMETTE BANCONOTE?


Per l’esattezza lo Stato non emette banconote di carta, ma si limita ad emettere le monetine metalliche, sempre in virtù dell’articolo 105/A del trattato di Maastricht. Ma queste sono soltanto l’uno-due per cento del totale del denaro in circolazione: sono insomma un “contentino”, sono le famose briciole che la BCE ci consente di prelevare, come fanno i padroni con i  servi.
Ma vi sono stati numerosi biglietti di Stato emessi negli anni passati, ultimo dei quali le 500 lire di carta che hanno smesso di circolare nel 1985.

Ma perché è così importante capire chi è l’Ente che emette il denaro? Che differenza fa?
Facciamo un breve riepilogo di quanto detto fino ad ora:

1) Una tipografia stampa le banconote. Non ha alcuna importanza quale sia, purché ne abbia i requisiti specifici.
2) Un Ente, che può essere una Banca Centrale o uno Stato, emette le banconote (biglietti a corso legale nel caso dello Stato) attribuendosene in tal modo la titolarità.
3) Lo stesso Ente immette nel mercato le banconote o biglietti così prodotti.
Quindi apparentemente non vi dovrebbe essere alcuna differenza se ad emettere le banconote o biglietti fosse lo Stato o la Banca Centrale.

E invece ce n’è! Ed è enorme!

Se fosse lo Stato a stampare i biglietti, lo farebbe al costo della stampa (pochi centesimi) e potrebbe spenderlo per stipendi, salari, pensioni e opere pubbliche senza creare inflazione né fare alcun altro debito. Pubblico o privato che sia.

Ma siccome purtroppo è la BCE che stampa ed emette le banconote, questo denaro viene prestato da questa allo Stato come se fosse di proprietà della banca stessa, attraverso il circuito bancario, diventando  per lo Stato un debito cosiddetto “pubblico”, gravato per di più dall’interesse. Infatti lo Stato, in cambio di quei pezzi di carta stampati, deve dare delle garanzie, costituite da una specie di cambiali, che si chiamano impropriamente “Titoli di debito pubblico” (BOT,CCT, CTZ, ecc.)

Quando ho detto che non dovrete più soffrire per mancanza di soldi, ho anche suggerito la soluzione : ho detto: “A meno che non cambi il sistema con il quale le banconote sono prodotte, emesse, distribuite e ritirate infine dal mercato”, visto che oggi la moneta emessa dalle banche è una moneta a “debito” mentre, se la emettesse lo Stato, sarebbe una moneta a “credito”.

Lo Stato, a differenza delle Banche, ci darebbe dei soldi come corrispettivo della ricchezza da noi prodotta, non come “prestito” ad interesse!

Riepiloghiamo ora e cerchiamo di capire:

>  Stampare denaro costa quasi nulla. E può essere quasi illimitato.
>  La BCE , mentendo, dice invece che costa moltissimo e che ce n’è pochissimo.
> Non è il denaro che dà valore al denaro, ma è il nostro lavoro e i nostri beni che glielo danno.
> Se non ci fossero il nostro lavoro ed i nostri beni, il denaro non avrebbe alcun senso.
>  Senza quelli, servirebbe solo a comprare altro denaro……..!!
>  Il denaro serve quindi per pagare ciò che produciamo. Beni compresi.
>  Emettere denaro fino a quando tutti abbiano un lavoro, non produce inflazione.
> Lo Stato spenderebbe quasi nulla per produrlo, emetterlo, ed immetterlo sul mercato, mentre la BCE ce lo fa pagare salatissimo con l’aggiunta di un interesse. Inoltre bisogna aggiungere  che la BCE  è proprietà di società private.

 
DA QUESTE POCHE VERITA’


Da queste poche, semplicissime verità, discende la soluzione radicale di quella che vogliono farci credere essere una “crisi” e che crisi non è, ma è bensì il frutto dell’immensa truffa del sistema delle grandi banche d’emissione, le quali vogliono farci credere che sia il denaro ad avere il valore, mentre noi sappiamo bene che è il nostro lavoro, ed i beni che con il lavoro abbiamo prodotto nei millenni, ad avere il vero valore.




Non è facile convincere chi fabbrica il denaro e chi ne detiene a miliardi, che sarebbe più giusto se cedesse i propri privilegi a chi realmente genera il valore del denaro, perché se così fosse, tutto il suo potere andrebbe in fumo.


Per contatti:         Claudio Zanasi              z_antares48@yahoo.it
                            Normanno Malaguti      normatel@libero.it
                            Giorgio Quarantotto     g.qrngrg@gmail.com



POSTFAZIONE


Gli “esperti”, economisti o ex funzionari di banca, obietteranno che il mio manuale è carente di basilari ed importantissime informazioni  che ne rendono inutile e anzi dannosa la lettura.
E tireranno in ballo la moneta “esogena”, “endogena”, la “riserva frazionaria”,i “mercati”, e tante altri paroloni per dimostrare la loro competenza in materia, dimenticando che tutti questi argomenti sortirebbero solo l’effetto di appesantire il testo e di confondere il lettore.

Ma è appunto questo lo scopo degli esperti: confondere ed annoiare il lettore che si avvicina all’economia, per costringerlo a disinteressarsene.
Il mio non è un testo di economia, anche se l’economia non è di per sé difficile da comprendere.
L’economia viene resa difficile, proprio dai cosiddetti esperti, che ne vogliono mantenere l’esclusivo monopolio al fine di poterla gestire per servire il potere che li comanda e li paga a scapito soprattutto della povera gente.

L’economia così strumentalizzata ha lo scopo di convincere la quasi totalità delle persone che il debito, contratto da uno scellerato accordo tra Stati e Banche, sia in realtà contratto dai cittadini e che su di loro incomba l’onere di ripagarlo.

Il potere bancario intasca i guadagni derivanti dalla stampa gratuita delle banconote e dalla speculazione finanziaria creando denaro dal nulla e ci fa credere che il “valore” sia nei soldi, dentro ai soldi, cioè intrinseco ad essi.

I politici intascano il prezzo di Giuda, per aver tradito e depredato il popolo che dovrebbero servire, a vantaggio dei banchieri.

Gli “esperti” sostengono e indirizzano il lavoro dei politici per intascare la tangente loro riservata.
Essi si trincerano dietro la loro presunta scienza (l’economia non è una scienza esatta) per metterci in uno stato di perenne sudditanza e soggezione.

Mi ricordano tanto, gli economisti, quello studente che, interrogato dalla maestra che gli chiedeva da dove provenisse il latte che beviamo, rispose: “Dal supermercato!”.
Che non è una bugia! Ma nasconde un particolare d’ importanza fondamentale che al bambino (noi) al quale non viene spiegato, fa apparire una realtà del tutto diversa e lo induce a  trarre conclusioni completamente errate.

Non occorre possedere la laurea in odontoiatria per capire che un dentista che ti ha estratto il dente sbagliato, è un perfetto imbecille!

Così come non è indispensabile avere una laurea in Economia per capire che la società che si regge sulla moneta “debito”, è profondamente ingiusta e ad ogni variazione di rapporti (che chiamano crisi) c’è un ristretto gruppo di persone che guadagna cifre assurde, mentre dall’altra parte , c’è una moltitudine di lavoratori e imprenditori, poveri cristi, che sprofonda sempre più nella miseria e nella disperazione.  

Bibliografia essenziale

Giacinto Auriti, Il paese dell’utopia, Chieti, Tabula Fati, 2002
Giacinto Auriti, Il valore del diritto, Teramo Edigrafital, 1993
M. Della Luna- A. Miclavez , Euroschiavi, Bologna, Arianna Editrice, 2005
Normanno Malaguti, La moneta debito, Rimini, Il Cerchio, 2012
Bruno Tarquini, La banca la moneta e l’usura, Napoli, Controcorrente, 2001
Thore&Warner, La verità sulla moneta contattare, luciano.marrocco@tin.it
Ezra Pound, L’abc dell’economia, Torino, Bollati Boringhieri, 1994
Nino Galloni, Chi ha tradito l’economia italiana?, Roma, Editori Riuniti, 2011
Marco Bersani, Catastroika, Roma, Alegre, 2013
Antonio Venier, Il disastro di una nazione, Padova, Ed. di Ar, 2000
Loretta Napoleoni, Democrazia vendesi , Milano, Rizzoli, 2013
Maurizio Blondet, Schiavi delle banche, Milano, Effedieffe, 2005
Marco Saba, O la banca o la vita, Bologna, Arianna Editrice, 2008
Marco Della Luna, Cimit€uro , Bologna, Arianna Editrice, 2011
Alberto Bagnai, Il tramonto dell’euro, Reggio Emilia, Imprimatur, 2012
 

Bologna 2013

Stampato in proprio pro manuscripto

[deca] :  Chi fosse interessato ad avere copia cartacea stampata di codesto primo manualetto di sopravvivenza urbana, può richiedermelo via mail o scrivendo sulla pagina google, o, infine, tramite un commento sul blog.
























                                                                                                

3 commenti:

  1. carissimo, mi piace molto il tuo modo di scrivere snello e lineare. La mia teoria della condivisione del valore dei beni conferma quello che hai scritto: la moneta è una misura del valore e quindi è una conseguenza della produzione dei beni. Ne consegue che emettendola a fronte della ricchezza già in essere avremmo una moneta, l'unica moneta, totalmente garantita dai beni a fronte dei quali viene emessa. A questo punto la ricchezza autorizza l'emissione della sua misura monetaria e si dimostra che l'inflazione è impossibile.
    La nuova logica economica farebbe crescere il benessere della collettività, perché chiunque aumenta la propria ricchezza ne condividerebbe il valore, pur conservandone la disponibilità e la proprietà.
    Il benessere crescerebbe anche in funzione della possibilità di abolire tutte le imposte, lasciando solo le tasse e i dazi di importazione.

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  2. A differenza di quanto si tenderebbe a pensare, la Bce è un'istituzione che svolge una funzione pubblica ma è di proprietà privata, detenuta da banche private, comprese quelle dei Paesi europei che non aderiscono all'euro. Ha la struttura di una società per azione e gode di autonomia assoluta dalla politica pur condizionando pesantemente la politica.
    Questa «fabbrica del debito» si è arricchita grazie a due nuovi trattati, il Fiscal Compact o Patto di stabilità, e il Mes o Fondo Salva-Stati, approvati il 19 luglio dal nostro Parlamento: così ci siamo ormai autocondannati ad essere indebitati a vita. Ci siamo impegnati, al fine di dimezzare il debito pubblico per portarlo al 60% del Pil, a ridurre i costi dello Stato di 45 miliardi di euro all'anno per i prossimi 20 anni, ciò che si tradurrà in nuove tasse e ulteriori tagli alla spesa pubblica; mentre per creare il Fondo Salva-Stati, l'Italia si è accollata la quota di 125 miliardi di euro, che non abbiamo.
    Nasciamo indebitati perché la moneta non la emette lo Stato ma una banca privata e abbiamo sottoscritto degli accordi con istituzioni sovranazionali le cui sentenze sono inappellabili. D'ora in poi lavoreremo sempre di più e vivremo sempre peggio per pagare i debiti. Ci limiteremo a produrre per consumare beni materiali, non ci saranno né risorse né tempo per occuparci della dimensione spirituale.
    Siamo ad un bivio epocale: salvare l'euro per morire noi come persona, oppure riscattare la sovranità monetaria per salvaguardare la nostra umanità.

    Giorgio

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  3. Bellissimi tutti e due i commenti ......

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