martedì 10 giugno 2014

ESCLUSIVO!! DER SPIEGEL INTERVISTA MARINE LE PEN !!!

 



DER SPIEGEL INTERVISTA MARINE LE PEN

"NON VOGLIO QUESTA UNIONE €UROPEA SOVIETICA"

 
 
Il giornale tedesco Der Spiegel intervista Marine Le Pen, la leader del Front National francese, su una serie di temi a cominciare dalle sue intenzioni sull'Europa
 
Si può non essere d'accordo su tutto con la Le Pen, ma bisogna riconoscerle una preparazione e una compostezza d'argomentazione - nonostante un intervistatore piuttosto provocatore - a cui i nostri politici non ci hanno abituati.
 



SPIEGEL: Signora Le Pen, avendo preso il 25 percento dei voti francesi il suo Front National si colloca tra i principali vincitori delle elezioni europee del 25 maggio.
Com’è potuto succedere?

Le Pen: I francesi vogliono riprendere il controllo del proprio paese. Vogliono determinare il corso delle proprie politiche economiche e sull’immigrazione.
Vogliono che le proprie leggi abbiano la precedenza rispetto a quelle dell’Unione Europea. I francesi hanno capito che l’UE non è all’altezza di quell’utopia che ci era stata venduta. Si è significativamente allontanata da una modalità di funzionamento democratica.

SPIEGEL: Tuttavia, prima delle elezioni, era stato detto che individuare dei candidati leader per i due gruppi principali – Jean-Claude Juncker per il centrodestra e Martin Schulz per il centrosinistra – avrebbe rafforzato la democrazia dell’UE.

Le Pen: È totalmente falso. Tutti sapevano che non sarebbe stato il Parlamento Europeo a prendere la decisione finale sul prossimo presidente della Commissione Europea.

SPIEGEL: Lei vuole distruggere l’Europa?

Le Pen: Io voglio distruggere l’UE, non l’Europa! Io credo in un’Europa di Stati-nazione. Io credo in Airbus e Ariane [gruppi europei multinazionali per l’aeronautica e la navigazione spaziale, ndt], credo in un’Europa fondata sulla cooperazione. Ma non voglio questa Unione Sovietica Europea.

SPIEGEL: L’UE è un grande progetto per la pace. Ha contribuito ad assicurare 70 anni senza guerre nel continente.

Le Pen: No. L’Europa è la guerra. Guerra economica. È l’aumento delle ostilità tra i paesi. I tedeschi vengono disprezzati come crudeli, i greci come truffatori, i francesi come pigri. La signora Merkel non può viaggiare in alcun paese europeo senza essere scortata da centinaia di agenti di polizia. Questa non è fratellanza.

SPIEGEL: Lei intende ora andare a Bruxelles solo per combattere il sistema.

Le Pen: E perché no? L’UE è profondamente dannosa, è un mostro anti-democratico. Voglio impedire che diventi ancora più grosso, che continui a respirare, che continui ad afferrare tutto tra le sue grinfie e che continui ad estendere i suoi tentacoli in tutte le aree della legislazione.
Nella nostra storia gloriosa, milioni di persone sono morte per assicurare che il nostro paese rimanesse libero. Oggi stiamo semplicemente lasciando che il nostro diritto all’auto-determinazione ci venga rubato.

SPIEGEL: In realtà, però, lei non ha vinto le elezioni a causa dell’UE, ma a causa del fatto che i francesi sono furiosi per la situazione economica e sono contro il presidente François Hollande. Lo ha ringraziato?

Le Pen: No. Allora avrei dovuto ringraziare anche Nicolas Sarkozy. La Francia è in questa situazione perché l’Unione conservatrice per un Movimento Popolare (il partito di Sarkozy) e i Socialisti (il partito di Hollande) si sono sottomessi ai trattati europei. Questi trattati funzionano piuttosto bene nel favorire gli interessi tedeschi, e piuttosto male nel difendere gli interessi francesi.

SPIEGEL: Bisogna dare la colpa alla Germania per le sofferenze della Francia?

Le Pen: Ogni volta che sento qualcuno esprimere dei sentimenti anti-tedeschi dico: Non puoi prendertela con la Germania se questa difende i propri interessi. Io non posso dare la colpa alla signora Merkel se lei dice di volere un euro forte. Al contrario, dò la colpa ai nostri leader perché non stanno difendendo i nostri interessi. L’euro forte sta rovinando la nostra economia.

SPIEGEL: Perché dice che l’euro sta aiutando solo la Germania?

Le Pen: Per un motivo molto semplice: è stato creato dalla Germania, per la Germania.

SPIEGEL: Fu François Mitterand a volere l’euro per poter contenere la Germania. In realtà fu difficile per i tedeschi accettare di rinunciare al loro amato marco tedesco.

Le Pen: Questa è un’altra storia. Mitterand voleva spingere avanti l’integrazione attraverso l’euro. Ma da un punto di vista economico l’euro è tedesco. Se dovessimo tornare alle nostre valute nazionali, il D-Mark sarebbe l’unico a rivalutarsi, il che sarebbe uno svantaggio competitivo per la Germania. La nostra valuta, al contrario, si svaluterebbe, e questo ci darebbe spazio per respirare.

SPIEGEL: In altre parole, i voti agli euro-scettici sono voti contro la Germania?

Le Pen: Non c’è dubbio che il modello che stiamo sostenendo sia meno favorevole alla Germania rispetto al modello attuale. La Germania è diventata il cuore economico dell’Europa perché i nostri leader sono deboli.
Ma la Germania non dovrebbe mai dimenticare che la Francia è il cuore politico dell’Europa. Ciò che sta succedendo qui oggi prefigura ciò che accadrà nel resto dell’Europa nei prossimi anni: il grande ritorno allo Stato-nazione, che stanno tentando di annientare.

SPIEGEL: Vede Angela Merkel come un nemico?

Le Pen: Io ho rispetto per i leader che difendono gli interessi dei propri paesi. Le sue politiche sono favorevoli alla Germania, ma sfortunatamente sono dannose per tutti gli altri paesi. Il mio avvertimento è: Stia attenta signora Merkel. Se non vedete le sofferenze che sono state imposte al resto degli europei, alla fine i tedeschi si faranno odiare.
La Merkel crede che sia possibile perseguire delle politiche, negli altri paesi, anche quando sono contrarie alla volontà del popolo. Non lo farebbe mai in Germania, dove i risultati delle elezioni vengono rispettati. Ma vuole imporre le sue politiche agli altri. Questo porterà ad una esplosione dell’Unione Europea.

SPIEGEL: Vuole veramente che la Francia lasci l’euro?

Le Pen: L’ho detto fin dalla campagna per le elezioni presidenziali. È una questione difficile e ho assunto un grosso rischio. So molto bene che la classe politica ha sparso il terrore nell’elettorato: Senza l’euro il sole smetterà di sorgere, i fiumi smetteranno di scorrere, entreremo nell’era glaciale...

SPIEGEL: La fine dell’euro condurrebbe sicuramente ad un disastro economico.

Le Pen: Non ci credo minimamente. Sarebbe invece un’incredibile opportunità. Se non ci lasceremo tutti quanti l’euro alle spalle, esso esploderà. Potrebbe essere per una rivolta del popolo che non vuole più farsi dissanguare. Oppure i tedeschi potrebbero dire: Stop, non pagheremo più per i poveri.

SPIEGEL: Ora lei andrà a Bruxelles portando con sé 24 rappresentanti ...

Le Pen: ... e siamo il quarto maggiore partito dopo i Cristiano-democratici tedeschi, il Partito Democratico italiano, e i Social-Democratici tedeschi.

SPIEGEL: Ma per costruire un gruppo parlamentare vi servono rappresentanti di almeno sette paesi diversi. Avete un accordo con il partito della destra populista olandese, Geert Wilders, il FPÖ austriaco, la Lega Nord italiana e il Vlaams Belang belga, ma non è abbastanza.

Le Pen: Sono ottimista sul fatto che riusciremo a costruire un gruppo parlamentare. Ho una serie di incontri in programma.

SPIEGEL: Il Partito Indipendentista del Regno Unito (UKIP), sebbene scettico sull’UE, ha rifiutato di cooperare con voi. Il leader Nigel Farage ha detto che il Front National è anti-semita.

Le Pen: E David Cameron dice che i membri dell’UKIP sono pazzi e razzisti. Penso sia una buona cosa che l’UKIP sia diventato così forte. Ma loro hanno già un gruppo parlamentare e ci vedono come la concorrenza, da qui queste accuse ingiuriose.

SPIEGEL: Lei vorrebbe lavorare assieme all’UKIP?

Le Pen: Potrebbe certamente essere una possibilità. Abbiamo fondamentalmente lo stesso approccio verso l'Europa.

SPIEGEL: Voi e i vostri potenziali alleati siete tutti contro l’Unione Europea. Ma, a parte questo, che cosa avete in comune, per esempio, con qualcuno come Geert Wilders?

Le Pen: Ma questo è sufficiente!

SPIEGEL: Lui è favorevole ai diritti dei gay, mentre voi vi opponete ai matrimoni gay.

Le Pen: Perché dovrebbe importarmi di questo? Per me la lotta per la sovranità delle nazioni è sufficiente. Ciascuno dovrebbe avere la possibilità di scegliere secondo i propri valori e la propria storia, all’interno di una civiltà europea a cui noi tutti apparteniamo.

SPIEGEL: Lei ha escluso la possibilità di cooperare con gli estremisti di destra come il partito greco di Alba Dorata e il partito neo-nazista tedesco NPD. Invece cosa dice a riguardo del partito tedesco euro-scettico Alternative für Deutschland?

Le Pen: Loro per ora non sono interessati ad una tale cooperazione. Condividiamo certi punti di vista con AfD, ma non sono un partito del popolo. Sono piuttosto un partito elitista con una struttura diversa dalla nostra.
SPIEGEL: La Francia sta davvero soffrendo una sorta di depressione?

Le Pen: C’è qualcosa del genere. Eravamo uno dei paesi più ricchi del mondo, ma ora siamo sulla strada del sottosviluppo. Questa austerità che è stata imposta alla gente non funziona. Le persone non accetteranno di essere strozzate senza ribellarsi.

SPIEGEL: Tuttavia il debito sovrano francese è enorme.

Le Pen: Il debito sovrano francese continuerà ad essere enorme. Più austerità si impone, più la crescita ne soffre, tanto minore sarà il gettito fiscale e tanto più alto il deficit di bilancio. Inoltre il governo ha cercato di risparmiare tagliando spese utili anzichè spese dannose.
I risparmi dovrebbero farsi su un sistema sociale troppo generoso che offre agli immigrati clandestini le stesse protezioni che offre ai propri cittadini, e sulle truffe al welfare, e sui contributi all’UE, che crescono di anno in anno.

SPIEGEL: Il Front National vuole che la Francia ritorni agli inizi degli anni '60: Uno Stato protezionista che guida l'economia, un capo di Stato autoritario e meno immigrazione?

Le Pen:
È innegabile che la Francia fosse allora in una situazione migliore di quella in cui è oggi. Non guardo nello specchietto retrovisore. Ma non c'era alcun bisogno per noi di sperimentare la fine del progresso sociale ottenuto da allora. Non ha senso avere accolto 10 milioni di stranieri in un periodo di 30 anni.


SPIEGEL:
Pensa davvero che la Francia possa nascondersi dal mondo?

Le Pen:
Non sto parlando di autarchia. Non sono folle. Abbiamo bisogno di un protezionismo intelligente. Abbiamo ancora bisogno di barriere doganali - sebbene non verso i paesi che hanno gli stessi livelli di sicurezza sociale che abbiamo noi.
È giusta competizione. Il problema è la totale apertura delle frontiere e aver permesso che la legge della giungla prevalesse: Più un'azienda oggi si spinge a cercare schiavi, che tratta come animali e paga una miseria, senza riguardo per le leggi ambientali, e più guadagna.

SPIEGEL:
Il libero commercio è davvero una cosa così orribile?

Le Pen:
Il commercio è sempre esistito, ma una volta difendevamo i nostri interessi strategici. Riuscireste a immaginare gli Stati Uniti che permettono al gigante francese dell'ingegneria Alstom di acquisire la General Electric? Non credo.
E non voglio che la tedesca Siemens acquisisca Alstom. Voglio che Alstom rimanga francese. È strategicamente importante per l'indipendenza del mio paese.

SPIEGEL:
Ma Alstom ha dei grossi problemi.

Le Pen:
Uno può nazionalizzare l'azienda, anche temporaneamente, per stabilizzarne le condizioni.

SPIEGEL:
Quando lei ha preso le redini di Front National in condizioni desolanti, da suo padre, nel 2011, pensava davvero che sarebbe potuto diventare il partito francese più forte?

Le Pen:
Certamente, altrimenti non avrei fatto tutto questo. Se non avessi creduto che avessimo una possibilità di arrivare al potere, allora mi sarei occupata di badare i miei tre figli o al giardino.

SPIEGEL:
Da quando ha preso la leadership del partito, lei ha lavorato alla "de-demonizzazione" del Front National. Ha finalmente raggiunto questo obiettivo, con i risultati di queste elezioni?

Le Pen:
Certamente tra la gente. Ma l'élite, certo, continua a difendere i propri interessi. Siamo trattati come tutti gli altri partiti? No. Non dalla stampa e certamente non dalla classe politica.

SPIEGEL:
Cos'è veramente il Front National? Da una parte ha il suo giovane deputato Florian Philippot, uno che si definisce gollista. Dall'altra, c'è suo padre, che recentemente ha detto che il "Signor Ebola" potrebbe risolvere il problema dell'esplosione della popolazione globale in tre mesi.

Le Pen:
Non ha detto "potrebbe". E poi non era il suo desiderio, ha solamente espresso una preoccupazione. Sa, il gollismo viene descritto come "la folla nella metropolitana nell'ora di punta". È dove trovi Jean-Marie Le Pen e Florian Philippot, trovi gli artigiani, i direttori d'azienda e i funzionari pubblici.
Noi vogliamo rappresentare tutto il popolo francese con idee che non sono né di destra né di sinistra: il patriottismo, la difesa dell'identità e la sovranità del popolo. Se una persona come me viene descritta allo stesso tempo come di estrema sinistra e di estrema destra, si è fuori strada.

SPIEGEL:
Il Front National è un partito anti-immigrazione. I sondaggi mostrano che l'immigrazione è il problema di maggiore preoccupazione per l'elettorato.

Le Pen:
Sì, noi vogliamo mettere un freno all'immigrazione.

SPIEGEL:
Perché questa xenofobia?

Le Pen:
La xenophobia è l'odio per gli stranieri. Io non odio nessuno.

SPIEGEL:
In Germania oggi c'è molta più immigrazione che in Francia. Nonostante questo, non ci sono partiti come il suo.

Le Pen:
Noi abbiamo milioni di disoccupati e non possiamo permetterci altra immigrazione. Dove dovrebbero vivere? Non è fattibile.

SPIEGEL:
Il vostro successo è forse il prodotto del fallimento delle élite? Il politico socialista Sami Ghali suggerisce che i francesi vogliano qualcuno che parli al loro cuore e che lei, sfortunatamente, sia l'unica che finora lo ha fatto.


Le Pen: La nostra classe politica non ha più alcuna convinzione. Si possono trasmettere solo le cose in cui si crede. Loro non credono più nella Francia - hanno una visione del mondo post-nazionale. Io li chiamo franco-scettici. Questo è il motivo per cui la democrazia sta collassando qui in Francia.

SPIEGEL:
Il Primo Ministro Manuel Valls ha ancora delle convinzioni. Solo che non sono le stesse che ha lei.

Le Pen:
Io non credo. È un uomo senza alcuna convinzione, proprio come Nicolas Sarkozy. Queste sono persone che vi diranno qualsiasi cosa solo per mandare avanti le loro piccole carriere.

SPIEGEL:
Forse lei sta dicendo questo solo perché Valls, che fu ministro dell'Interno prima di diventare premier, è l'unico membro del governo che attualmente è ancora popolare tra gli elettori.

Le Pen:
Lui è popolare perché gli altri nel governo sono impopolari. I ministri dell'Interno sono sempre popolari perché danno alla gente la sensazione che si stanno prendendo cura della loro sicurezza, anche quando sono solo persone dalle parole forti e dalle mani deboli.

SPIEGEL:
Pensa di potercela fare a vincere al secondo turno delle elezioni presidenziali del 2017?

Le Pen:
Sì, penso sia un'ipotesi credibile. Oggi tutti lo ammettono. Se guarda ai sondaggi vede che abbiamo tra i non-elettori
almeno tanti potenziali voti quanti ne abbiamo tra gli elettori. Come ho detto, e lo credo ancora, arriveremo al potere entro i prossimi 10 anni. Potrebbe accadere più rapidamente di quanto ci si immagini.

SPIEGEL:
Hollande è meno popolare di qualsiasi altro presidente lo abbia preceduto. Sta già focalizzando la sua campagna presidenziale interamente per opporsi a Nicolas Sarkozy?

Le Pen:
Non sparo sulle ambulanze. Sarkozy è già finito come candidato.

SPIEGEL:
Intende per via del suo coinvolgimento nello scandalo finanziari sull'UMP, che ha già costretto il capo del partito, Jean-François Copé, a dimettersi?

Le Pen:
Sì. Ora è finito. Ha imbrogliato. Ha violato la legge della Repubblica e ha speso più del doppio di quanto consentito dalla legge per la sua campagna elettorale. Facendo così si è totalmente squalificato. Tra l'altro mi dispiace, perché avrei voluto avere lui come oppositore.

SPIEGEL:
Perché?

Le Pen:
Perché lui è quello che è.

SPIEGEL:
Perché lei sta sostenendo il presidente russo Vladimir Putin nelle sue posizioni contro l'Europa nella crisi ucraina?

Le Pen:
Io non sostengo Putin contro l'Europa. Questa è una caricatura. Io sostengo un'Ucraina federalista. L'UE ha gettato benzina sul fuoco proponendo un accordo economico ad un paese che si sa essere diviso a metà tra Est ed Ovest.

SPIEGEL:
Lei ammira Putin?

 
Le Pen:
Ho una certa ammirazione per Vladimir Putin in quanto non permette che altri paesi gli impongano delle decisione. Penso che egli si preoccupi per prima cosa e soprattutto del bene della Russia e dei russi. In questo senso ho per Putin lo stesso rispetto che ho per la signora Merkel.

SPIEGEL:
Putin non è democratico.
 

Le Pen: Oh davvero? Non è democratico? Non ci sono le elezioni in Russia?

SPIEGEL:
Non c'è libertà di stampa, per esempio.

Le Pen:
Ma lei pensa che ci sia vera libertà di stampa in Francia? Il novanta percento dei giornalisti sono di sinistra!

SPIEGEL:
Questo lo crede lei. Ma i giornalisti non vengono uccisi e non vengono incarcerati.

Le Pen:
Ad essere onesti, ci sono molte cose da dire riguardo la Russia, perché è stata demonizzata per anni per volere degli USA. Fa parte della grandezza di un paese europeo riuscire a sviluppare una propria opinione e non vedere tutto attraverso le lenti degli USA.
Non abbiamo nessuna lezione da insegnare alla Russia se poi allo stesso tempo srotoliamo il tappeto rosso al Qatar, all'Arabia Saudita o alla Cina.

SPIEGEL:
Quindi lei è avversa agli USA più che essere a favore della Russia?

Le Pen:
Gli americani stanno cercando di espandere la propria influenza nel mondo, specialmente in Europa. Stanno difendendo i loro interessi, non i nostri.
Io sono a favore di un mondo multi-polare in cui la Francia ancora una volta possa prendere la posizione di leader dei paesi non-allineati, non con gli USA, non con la Russia, e non con la Germania.
Uno dovrebbe cercare di non essere né padrone né schiavo.

SPIEGEL:
Signora Le Pen, la ringraziamo per questa intervista.

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