Intervista esclusiva per “Stato e Potenza” al colonnello Igor Strelkov ex Comandante delle Forze Armate della Repubblica Popolare di Donetsk


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Intervista realizzata il 07/02/2015 da Antonio Grego*
* corrispondente di Stato e Potenza a Mosca

AG: Per prima cosa, vogliamo ringraziarLa per aver concesso il suo tempo per questa intervista.

1. Potrebbe descrivere brevemente ai nostri lettori quello che è successo in Ucraina e in particolare nel Donbass nell’ultimo anno e cosa ne pensa del colpo di stato a Kiev?
IS: In Ucraina, gli apparati radicalmente filo-americani e in misura minore filo-europei hanno condotto un golpe violento per prendere il potere ed instaurare una dittatura che ha strappato definitivamente l’Ucraina dalla Russia.
Tra un anno erano in programma le elezioni e il colpo di stato è stato fatto per radicalizzare drammaticamente la situazione e per stabilire un regime illegale che riflette gli interessi di una minoranza della popolazione, poichè la maggioranza degli ucraini e dei russi, che costituiscono una parte molto significativa della popolazione, tradizionalmente si relazionavano amichevolmente con la Russia e non avrebbero sostenuto la politica anti-russa della “giunta di Kiev”, come noi la chiamiamo e cosa che è in realtà.
Di conseguenza, dopo il rovesciamento di Yanukovich e la salita al potere a Kiev di elementi apertamente anti-russi, la popolazione russa della Crimea e del Donbass si e’ sollevata in difesa dei propri interessi nazionali, che già prima erano costantemente limitati (a partire dall’indipendenza dell’Ucraina dall’URSS fino a Yanukovich compreso, si è perseguita dai vari governi, a prescindere dal colore politico, una politica costante tesa all’”ucrainizzazione” della popolazione e al progressivo limitare dei diritti linguistici e culturali dei russi. N.d.R.), e che adesso non solo era minacciata del trascuramento dei propri diritti, ma addirittura di persecuzione aperta del popolo, della lingua e cultura russi, e della contrapposizione tra la Russia e la cultura e società ucraina occidentale.
2. A proposito della questione della contrapposizione culturale: esiste una cultura dell’Ucraina occidentale, e vi è una cultura dell’Ucraina centrale e orientale, che risultano praticamente quasi in contrapposizione, essendo queste ultime difatti quasi parti della stessa Russia per quanto sono a questa simili culturalmente e linguisticamente.
Mentre l’anno scorso, all’inzio della crisi ucraina, e’ apparsa nei mass media e fra i suoi sostenitori la parola “Nuova Russia(tradotto letteralmente “Novorossija” o “Novorussia”, termine da qui in poi utilizzato nel testo. N.d.T.).
Può spiegarci da dove viene questa parola?
Le radici storiche di questa parola si riferiscono alla metà del 18° secolo, quando dopo due guerre russo-turche alla Russia è stato incorporato il cosiddetto «territorio selvaggio», la steppa, ovvero i territori nei quali non c’era una popolazione sedentaria a partire dal Dnestr, e quasi dal Volga, perché l’espansione si realizzava non solo nella direzione dell’Ucraina di oggi, ma anche nel Caucaso.
Il territorio dal Dnestr al Volga, per arrivare fino al Don e al Kuban fu occupato dalle truppe russe, un po’ più tardi, dopo la seconda guerra fu annessa anche la Crimea e il territorio dal Dnestr al Kuban ricevette il nome ufficiale di Novorussia. Sulle cartografie questo nome non veniva indicato, ma nei documenti ufficiali russi a partire dal tempo di Caterina II questo territorio, questo gruppo di provincie, e’ stato chiamato Novorussia e il primo generale-governatore della Novorussia fu Sua Altezza il principe Potemkin di Tauride.
Pertanto questo termine ha anche un significato geografico. Alla Novorussia appartengono le seguenti città: Novorossiysk, che fu fondata sulla penisola di Taman, sulla costa del Mar Nero, Odessa, Sebastopoli, Berdyansk, Mariupol, Melitopol, l’attuale Zaporozhye. In pratica l’intero sud dell’Ucraina, circa un terzo del suo territorio, se non di più, nel 18-19 secolo apparteneva al concetto geopolitico di Novorussia.
Il popolamento della Novorussia avvenne contemporaneamente da diverse regioni.
Ci si trasferivano tra l’altro anche gli abitanti dell’Ucraina di allora, mentre molti abitanti si trasferivano dal territorio della Grande Russia, i cosacchi del Don, di Zaporozhye, si è formata quindi una popolazione mista, la quale parlava in città in puro russo, ma nelle aree rurali in vari dialetti della lingua russa, compreso il cosiddetto “surzhik” che si era definitivamente formato alla fine del 19° secolo ed era una miscela di dialetti ucraini e russi.
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3. Tornando alla situazione militare della Novorussia negli ultimi mesi. Qual è la sua opinione?
La situazione militare si può riassumere nel fatto che il tentativo iniziale delle forze ucraine di distruggere le repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk non ha avuto successo. Tuttavia, Kiev non cessa questi tentativi ed è determinata a recuperare tutti i territori persi ad ogni costo, compreso a costo dello sterminio totale della popolazione, cosa che sta facendo ora. Quello che stiamo vedendo ora nelle repubbliche di Donetsk e Lugansk è un vero e proprio genocidio. Poichè gli attacchi quotidiani sul territorio delle grandi città, la morte ed il ferimento quotidiano di decine di civili possono essere considerati esattamente come genocidio. Ho una lista di attacchi che riguarda Donetsk, con l’indicazione delle strade e dei luoghi in cui i proiettili hanno colpito; solo a riguardo di questa città per il periodo dalla fine dicembre all’inizio di febbraio siamo gia’ a 112 pagine di rapporto. Contemporaneamente a questo genocidio l’esercito ucraino accumula forze per cercare di sconfiggere la milizia popolare durante le operazioni offensive. Per adesso questo non funziona, perché le forze della milizia stanno gradualmente aumentando, pero’ neanche la milizia per adesso ha forze sufficenti, e l’esercito ucraino, inoltre, non può sfondare la milizia, ributtarla ai confini della Russia, poiche’ le milizie combattono per la loro casa e combattono con una motivazione ben maggiore rispetto all’esercito ucraino. Neanche la milizia però con le sue forze inferiori può sfondare le più grandi forze ucraine e ricacciarle oltre i confini delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk. Cioè, sostanzialmente vi è ora una sorta di stallo strategico con guerra di posizione, pero’ tra un po’ di tempo la situazione potrebbe cambiare. In ogni caso, i combattimenti non si fermeranno così di per sé. E la causa è, naturalmente, la posizione di Kiev. Mentre la leadership delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk è pronta ad andare verso una tregua, ed era pronta a suo tempo persino ad accontentarsi dell’autonomia all’interno dell’Ucraina, anche solo per fermare i combattimenti, Kiev invece chiede la resa incondizionata. La posizione di Kiev praticamente non è, fino ad oggi, variata. Perché, nonostante gli accordi di Minsk, la “Verkhovna Rada” (parlamento) dell’Ucraina ha rifiutato di riconoscere la possibilità di federalizzazione dell’Ucraina e insiste su un ordinamento statale unitario. Ma questo è proprio ciò che non soddisfa le Repubbliche di Donetsk e Lugansk neanche dal punto di vista teorico.
4. Kiev quindi non può accettare la perdita del Donbass e della Crimea, sembra strano, sapendo che tipo di persone ci sono ora al potere a Kiev, Poroshenko e Turchinov per esempio che sono uomini d’affari. E anche se dicono di essere nazionalisti, che vogliono l’Ucraina unita, sono persone che maneggiano molto denaro e che percepiscono la popolazione come bestiame, come una massa amorfa grigia, il destino della propria gente evidentemente a loro non interessa. Pensa che questa è una manifestazione del loro nazionalismo, oppure hanno un obiettivo nascosto, indicato dal loro «padrone»? Perché attaccano come cani idrofobi il Donbass? Perché è così importante per loro?
Loro non sono nazionalisti, sono nazisti. La giunta di Kiev ora è soltanto uno strumento cieco. Anche se i suddetti volessero fermare la guerra, quelli che hanno finanziato il colpo di stato a Kiev, chi li gestiva e gestisce, cioè i circoli dirigenti degli Stati Uniti, non permetterà a loro di farlo, dato che lo scopo di tutto questo sconvolgimento e di tutta la guerra era la creazione della lama orientata al cuore della Russia, la creazione di una guerra con la Russia. Cioè, l’Ucraina e’ stata sacrificata, lanciata come la vittima sull’altare della guerra, può bruciare, può succedere qualsiasi cosa, ma questa giunta seguirà gli ordini di Washington e combatterà fino all’ultimo ucraino. Si tratta della vecchia politica anglosassone prima attuata dal Regno Unito, e che ora attua l’America: combattere fino all’ultimo alleato, cercando massimamente di non entrare in guerra, oppure entrando quando il corso della guerra è già stato deciso. Ecco perché non credo nella durata di un qualsiasi accordo di pace. Mentre gli Stati Uniti vogliono che la guerra in Ucraina continui, e andrà avanti. La dirigenza ucraina non ha alcuna motivazione particolare, né un vero potere.
5. Ultimamente spesso viene nominata la «quinta colonna» che si troverebbe a Mosca e lavorebbe contro gli interessi della Russia. Esiste veramente? Chi sono queste persone? Perchè queste persone sono contro la Novorussia e cercano di impedire che si realizzi?
Certamente esiste. Ma non si può dire che qui ci sia alcuna organizzazione o partito strutturato, si tratta in realtà di un grande strato di alti funzionari governativi e oligarchi, che sono collegati alle più alte cariche dello Stato, i quali sono da molto tempo integrati nel mondo occidentale, lì vi hanno i conti correnti, le famiglie, le proprietà, e che da molto tempo considerano la Russia semplicemente come il loro posto di lavoro. In realtà vivono all’estero, e qui lavorano temporaneamente. Per loro, l’ingresso della Russia in un vero confronto con l’Occidente porterebbe alla perdita di tutto quanto “accumulato con il proprio lavoro”. Naturalmente, fanno ogni sforzo per sabotare le azioni della Russia orientate al ristabilimento per la Russia della completa indipendenza reale e della sovranità. Dato che ora il destino della Russia viene deciso in Novorussia, si stanno intraprendendo azioni reali per fare in modo che la Novorussia sia distrutta. E queste azioni vengono intraprese a diversi livelli attraverso la disinformazione del Presidente sulla reale situazione, tramite l’imposizione a capo delle repubbliche e la nomina dei funzionari che si occupano dell’aiuto a queste repubbliche dei loro agenti i quali sono effettivamente impegnati nel sabotaggio dell’aiuto ricevuto, attraverso concessioni costanti alla parte ucraina, e tramite l’inadempienza delle esigenze della popolazione della Novorussia, che e’ sottoposta ad un genocidio, cioè, qui si vede il lavoro della quinta colonna nella sua forma più pura.
Credo che la parte ucraina e gli Stati Uniti contino innanzitutto sull‘azione della quinta colonna per vincere, inoltre, la quinta colonna ha anche il proprio calcolo in questo, poichè certamente cercherà di usare l’eventuale sconfitta della Novorussia per rovesciare il presidente Putin e far ritornare la Russia sotto il governo di assolute marionette americane. I destini della Novorussia e della Russia sono legati in quanto la sconfitta in Novorussia può portare a conseguenze catastrofiche nella «Grande Russia».
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6. Oltre alle motivazioni economiche, geopolitiche e militari già note, Lei vede anche dei motivi spirituali per il conflitto in Ucraina?
Per questo territorio passa la linea di demarcazione tra il mondo slavo ortodosso, e quello occidentale, tra est e ovest.
Pensa che anche questo aspetto sia una parte del conflitto?
È difficile tracciare un confine nitido tra i motivi puramente materiali e quelli spirituali, sono così intrecciati, così collegati che è difficile tracciare una linea netta tra di loro. È naturale che il popolo russo delle regioni di Donetsk e Lugansk, ma anche di Kharkov, Melitopol, Kherson e Odessa, si sia sempre orientato verso la Russia come il centro dell’Ortodossia, come il centro culturale del proprio popolo, perché stiamo parlando proprio del popolo russo, mentre l’Ucraina occidentale, e nemmeno tutta, è il punto di riferimento di tutti quei sovversivi, quei nazisti, che hanno ora preso il potere e che trattano con il disprezzo più profondo l’ortodossia e la cultura russa, la cultura popolare russa, loro sono i degenerati del popolo ucraino.
Basti dire che la loro (dei capi del Maidan) composizione etnica può essere valutata con scetticismo come appartenente al popolo ucraino, basti dire che tutta la leadership del Maidan non sia altro che un gruppo di cultisti (appartenenti a varie sette cristiane e non. N.d.T.), persone con orientamento sessuale non convenzionale, persone famose per reati di corruzione, i quali non hanno ricevuto, ovviamente, nessuna condanna ufficiale da parte dei tribunali.
Cioè, abbiamo una compagnia di pirati internazionali che non consideranno nemmeno i valori spirituali o altri come la base delle loro azioni. Non hanno nessuna ideologia. La loro ideologia è scatenare la guerra contro la Russia. Se si guarda più in generale, sopra l’Ucraina passa la linea del fronte della guerra tra la completa apostasia, il mondo materialista occidentale che sta sprofondando nell’apostasia antispirituale e la Russia, che l’Occidente considerava già conquistata e subordinata , ma dove sono ancora rimaste le forze che resistono.
Avete notato che ora in contemporanea si è sollevata un’ondata di dure critiche, di attacchi sporchi alla Russia, al suo presidente e alla Chiesa ortodossa russa? Tutti i cortigiani della stampa liberale occidentale stanno attaccando i principali pilastri su cui si è costruita la Russia da migliaia di anni. L’Europa in effetti è un territorio occupato, e non solo con mezzi militari, è occupata da valori a lei estranei e ha perso in gran parte i fondamenti sui quali si era formata.
L‘Europa cristiana non c’è più. La Russia nonostante tutte le repressioni “umanistiche”, le persecuzioni, ha mantenuto la Chiesa Ortodossa russa nella forma in cui era all’inizio del 20° secolo. Forse proprio le repressioni e le costanti persecuzioni hanno permesso alla Chiesa Ortodossa di sopravvivere in uno stato funzionale e di mantenere i propri principi di base, senza dissolversi nella mondanità. Forse grazie anche al fatto che nell’Unione Sovietica le frontiere erano sigillate.
Tuttavia dopo il 1991 (fine dell’URSS, n.d.r.) i flussi di spazzatura si riversarono anche qui, come è accaduto in Europa dopo la guerra. Questo fatto ha prodotto una reazione contrastante. Qualcuno rimase danneggiato da questo flusso, e qualcun altro, al contrario, vide tutta la bruttezza e la sporcizia di questo flusso e cominciò a resistere. Ora abbiamo una resistenza aperta, adesso la Russia sta cominciando a confrontarsi apertamente con l’Occidente non solo nello spazio economico-militare e politico-militare, ma anche nel campo dell’ideologia.
Sono state pronunciate parole che l’Occidente non sentiva dall’inizio del 20° secolo, da allora, da quando sono state distrutte le monarchie tradizionali, quelle persone che si consideravano unte da Dio.
7. Come vede il futuro della Russia e della Novorussia.
E cosa pensa che si debba fare per fermare il sanguinoso conflitto in corso?
Non avviene mai che la guerra termini a causa del fatto che un Paese non vuole combattere. A mio parere, il presidente Putin ha fatto di tutto per evitare spargimenti di sangue in Ucraina orientale. Sono state fatte tali concessioni, alcune delle quali a me sembrano personalmente eccessive. Tuttavia, queste concessioni non sono state riconosciute. Gli Stati Uniti sono pronti e disposti a fare la guerra alla Russia.
Contano su questa guerra, che con l’aiuto della quinta colonna russa non avrà un carattere deciso, durerà a lungo e non porterà la vittoria alla Russia ma la dissanguerà. Inoltre il destino dell’Ucraina non preoccupa gli Stati Uniti. In pratica, la guerra sarà imposta alla Russia. Essa le è già stata imposta. Credo che l’unica strada per la Russia sia quella di vincere questa guerra e vincere in modo decisivo, liberare la città di Kiev, liberare il popolo russo anche dalle più recenti tecniche neurolinguistiche con le quali i russi e gli ucraini si sono trasformati in semi-zombie (si riferisce alla propaganda ed al lavaggio del cervello quotidiano operato dai mass media ucraini ed esteri che, anche con l’uso di tecniche psicologiche e subliminali, hanno convinto la popolazione ucraina a staccarsi dalla Russia e a farle la guerra. N.d.T.).
Adesso è sufficiente comunicare con le persone che vivono in Ucraina, che hanno subito una massiccia opera di propaganda, per rendersi conto che sono inadeguati. Non capiscono più quale è il vero e quale è il falso, hanno gli schemi improntati al livello di subconscio che non corrispondono a quelli che dovrebbero avere le persone ragionevoli, cioe’ che inducono a compiere azioni assolutamente irragionevoli, istintivamente brutali.
Non c’è nessuna alternativa, solo una totale comprensione che la guerra non potrà essere evitata, l’entrata in questa guerra e la vittoria potranno salvare la Russia, perchè una sconfitta in politica estera del presidente in Novorussia porterà al suo rovesciamento, e la quinta colonna di sicuro utilizzerà tale sconfitta. La sconfitta porterà la discordia e la guerra già sul territorio della Russia. In definitiva o si ha una vittoria in una guerra esterna o una guerra interna con ben maggiori vittime.
La Russia dai tempi del giogo tartaro-mongolo non ha mai subito una sconfitta catastrofica in guerre esterne, anche quelle sconfitte che ci sono state, come nella guerra russo-giapponese, o nella guerra di Crimea, non hanno mai condotto a tali perdite, alle quali hanno portato le discordie interne.
Come ad esempio i torbidi dell’inizio del 17° secolo, quando i polacchi erano a Mosca, e dell’anno ’17 del 900 con una sanguinosa guerra di 4 anni, in cui la Russia ha perso in popolazione ben 10 volte di più che durante la prima guerra mondiale, e i torbidi successivi al ’91, quando la popolazione, senza alcuna guerra esterna si riduceva di mezzo milione, un milione all’anno. Sì, dobbiamo vincere. E per farlo, bisogna intraprendere le misure per liberare la Russia dalla quinta colonna.
AG: La ringraziamo nuovamente per la pazienza e la disponibilità che ci ha dimostrato.